Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/161

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da me? Dillo, che cosa vuoi da me; dimmelo, Marianna. Sì, non le lo nego; prima di rivederti, il carcere e la morte e l’inferno erano la stessa cosa per me: volevo sempre vivere in mezzo alle pietre e alle macchie come il cinghiale. Che m’importava il resto? Sì; e aspettavo il tempo e l’occasione per diventare ricco e aiutare la famiglia. Null’altro m’importava. Ma adesso tutto è cambiato. Quando la madre di Costantino venne su da noi, pregavano, madre e figlio, come se la grotta fosse una chiesa. Dicevano le litanie al suono del vento. Ebbene, Marianna, ti giuro, io stavo accovacciato in fondo alla grotta e non movevo le labbra ma pregavo con loro. Questo tu hai fatto di me: così Dio mi aiuti, mi hai fatto ritornare come un bambino! Così sono, Marianna! Guardami!

Ed ella lo guardò con gli occhi così umidi di desiderio che egli ricordò la sorgente in mezzo al bosco del rifugio: e gli parve d’immergersi, di sprofondare in quell’acqua e di morirvi. Le appoggiò la testa sul seno e poi gliela lasciò cadere sul grembo, come si fosse d’un colpo addor-