Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/260

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— Chi sono io? — gridava Sebastiano, incrociando le braccia sul petto. — Sono un uomo.

E l’altro sghignazzò.

— Lo vedo, perdio, che sei un uomo!

— Lascia lo scherno! Non ti conviene, a te che dicono vai ogni giorno a pregare nelle chiese in mezzo ai monti. Ascolta piuttosto. Perchè sei qui?

— Che t’importa dei fatti miei? E tu perchè sei qui?

— Sono qui perchè c’è una donna da difendere.

— E chi l’offende questa donna?

— Tu, l’offendi! Tu! Che cosa sei andato a cercare in casa sua questa mattina a Nuoro, e che sei venuto a fare qui adesso? Perchè non viene lui, il tuo compagno, invece di mandare te per suo messo? Ah, ha paura, adesso, il valente uomo, ha paura.... Non è più sola, la donna, perchè egli possa avvicinarsi.

Costantino fece un movimento per alzarsi, ma vide Marianna pallida davanti a lui, con le labbra che le tremavano convulse, e tornò a sedersi, d’un tratto calmo, ironico.