Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/298

Da Wikisource.

— 291 —

continuava a sgorgare, tranquillo come l’acqua dalla sorgente.

Il servo si chinò a guardare, con l’occhio esperto di un medico; prese fra due dita, stringendoli forte, gli orli della ferita, mentre con la mano libera aiutava il padrone a stendere bene di fianco il corpo di Simone.

— La ferita non sarebbe mortale se la palla non fosse rimasta dentro. Dammi l’aceto, Marianna.

Marianna versava l’aceto in un vaso; e le sue lacrime vi si mescolavano; lo porse con una mano, reggendo con l’altra il lume e balbettò guardando il viso di Simone:

— Ti abbiamo ucciso e ti diamo l’aceto come a Cristo....

Solo allora zio Berte, che fino a quel momento era parso un altro uomo, risoluto e fermo, diede un grande sospiro e giunse le mani.

— Ah, Sebastiano, che cosa hai fatto!

Dopo, non parlarono più. Si udiva, nel silenzio, il crepitìo della tela di un lenzuolo che Marianna stracciava per farne