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duto su una pietra, con la testa fra le mani, sollevava di tanto in tanto gli occhi pieni di ombre e di luci rapide cangianti, guardava lontano, poi tornava a chiudersi in sè, cercando qualche cosa.
Finalmente domandò:
— Lo sai, Marianna, perchè sono fuggito, quella volta, da casa tua?
Lei accennò di no; non lo sapeva: nessuno ancora, neppure la madre di lui, lo sapeva.
— Ebbene, te lo voglio raccontare, Marianna.
E cominciò a raccontare la sua vita, fin da bambino. Parlava sottovoce, come fra sè, col viso sulla mano rivolto a lei. Pareva si confessasse e a volte le sue parole si perdevano in un soffio. Marianna lo guardava, e quel viso pallido nell’ombra le sembrava rischiarato da una luce lontana. Le cose che egli diceva le erano già note come vicende a cui lei stessa avesse preso parte; eppure le davano un’impressione di mistero: le sembravano avventure fantastiche.
La famiglia era povera, egli raccontava, il