Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/46

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la spalla e se ne andò come uno che dopo essersi riposato sull’orlo della strada riprende il suo cammino.

Tornò altre volte, di giorno però, trattenendosi coi pastori intenti alle loro faccende e salutando appena Marianna seduta quieta a lavorare all’ombra della casa.

E a lei pareva un altro, uno che rassomigliava al suo antico servetto ma più rigido, quasi con un’aria di straniero. Accorgendosi ch’egli la guardava di sfuggita, come vinto ancora dalla soggezione e dal ricordo della sua servitù, spiando però in lei un gesto e uno sguardo che lo invitassero a essere più audace, lo fissava in viso, ferma, impavida, con dentro però un tremito di attesa angosciosa.

Egli d’altronde non s’indugiava, non accettava mai l’invito di rimanere a mangiare e a dormire coi pastori, e questa offerta di ospitalità, dopo la prima sera, pareva piuttosto irritarlo. Solo alla vigilia del ritorno di Marianna a Nuoro s’attardò insolitamente con lei sotto l’albero della radura. Pareva volesse dirle qualche cosa, finalmente, ma non trovasse le parole. Se-