Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/58

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A misura però che l’uomo si avvicinava ella perdeva anche la coscienza ultima della sua forza. Le ginocchia le si piegavano; e quando Simone le prese le mani e l’attirò giù invitandola a sedersi di nuovo e anche lui sedette davanti a lei per terra a gambe in croce, senza rallentare la stretta delle mani, si sentì subito un’altra, una cosa di lui.

— Mio padre è là, — mormorò.

Senza rispondere Simone gittò via con un moto del capo la berretta e le posò la testa sul grembo, infantile e stanco. I suoi capelli folti, corti, a piccole onde nere inargentate dalla luna odoravano d’erba, di polvere, di sudore; un odore selvatico e profumato assieme, che turbò Marianna più che il gesto di lui. Ella sentì il suo cuore fondersi; le parve che egli le avesse posto la testa sul grembo come un pegno di sè stesso, e lo amò come un bambino addormentato; le sembrò di poterlo proteggere, di salvarlo, di raccoglierlo entro le suo viscere come un suo figlio stesso.

Liberò una mano dalla stretta di lui e gli accarezzò la fronte; senza accorgersene