Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/66

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tu eri lì, serva, per pietà della tua famiglia, per non essere di carico a tuo padre e a tua madre; e la roba intorno a te non era tua, come non era mia. È questo, Marianna! Lungo tempo siamo stati stupidi; siamo stati come i ragazzini che non possono toccare nulla. Ma adesso siamo i padroni noi, e faremo quello che vorremo.

Marianna sorrise, un po’ incredula; per nascondere il suo sorriso si chinò sino a sfiorargli con la bocca i capelli; e a quel contatto egli sentì di nuovo un brivido salirgli dai calcagni alla nuca, ma si vinse ancora.

— Ascoltami, Marianna, io non posso dirti bene quello che farò, ma tu devi aver fede in me. Verrò una notte da te, a Nuoro, non so dirti precisamente quando, ma certo prima di Natale: e tu aspettami; se non mi vedrai fino a quel giorno vuol dire che son morto! Se però verrò sarà con qualche buona notizia; tu non ti stancare, e se ti dicono male di me non credere: sopratutto non aver paura. E adesso lasciami andare.

Le abbandonò le mani, ma rimase ancora