Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/74

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la luna, libera e sola nel deserto del cielo crepuscolare, sopra la terra ancora addormentata; e si nascondeva, e riappariva tra le fronde, e si specchiava nell’acqua destandovi mille sorrisi, compiacendosi a vedersi nuda, libera e sola.

Ma qualche cosa di inevitabile attirava anche lei lontano laggiù verso la sua sorte; e accorgendosene impallidiva e diventava triste e fredda, e anche il suo sorriso nello specchio dell’acqua si spegneva. Tentò di attardarsi tra le fronde di un elce, come in un rifugio; tosto però dovette scendere; si attaccò allo stelo più alto di un cespuglio e vi si sostenne un attimo ma già stanca e pallida; e d’un tratto si staccò anche dallo stelo e parve precipitare e infine sciogliersi come un fiore che si sfoglia.

Tutto allora sospirò, nella penombra argentea dell’alba; al respiro dell’acqua fra i giunchi rispose il respiro delle foglie. Il giorno si destava nella solitudine. Simone invece si sentiva attirato giù come la luna dalla forza dolce del sonno. E anche lui lottava; e Marianna era con lui che lo baciava, ma fra i macigni stavano in