Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/78

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che gli dava noia, ogni volta che lo sentiva. Del resto, tutto in Costantino lo urtava, quando specialmente si trattava di muoversi, di operare assieme. Erano come due fratelli bambini che si vogliono bene ma questionano di continuo e il maggiore è il tiranno ma anche il protettore. Eccolo dunque che arriva, Costantino, piccolo, tranquillo come un cacciatore di lepri, col fucile attraverso la giacca di velluto verdastro: un berretto di peli a riccioli neri mette attorno al suo viso rossiccio, dagli zigomi sporgenti, una seconda capigliatura selvaggia. La grossa bocca semiaperta sui grandi denti pare sorridere di continuo, ma gli occhi obliqui sono tristi, torvi sotto i riccioli neri del berretto calato sulla fronte.

Sedette nella grotta e cominciò a slacciarsi le scarpe, al chiaro di luna, senza rispondere alle domande ironiche che Simone balzatogli giù incontro gli rivolgeva.

— Costantì! Beato chi ti vede! Sei stato alla festa? Sei stato a trovare l’amica?

Costantino si sdraiò per terra, senza rispondere: ansava. Il compagno gli toccò