Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/85

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— Costantì! Sì, voglio andare da solo nello stazzo, anche per far vedere che non ti ho mandato io! Ho bisogno di denaro, hai inteso? Perchè devo lasciar sfuggire l’occasione? Ho bisogno di denaro, Costantì. Mi è accaduta una cosa. Ho incontrato una donna e ho bisogno di denaro.... Tu non credi? — riprese dopo un momento di silenzio penoso. — Non importa che tu non creda. Il fatto è vero e basta. La donna è ricca, è bella — bella se c’è donna bella, e padrona di tutto il suo. Ricca come tutti i tuoi parenti messi assieme, — insistè, sempre più irritato per l’immobilità di Costantino: — solo dal sughero del suo bosco ricava mille scudi all’anno; la sua casa colonica ha avuto anche il premio. Sì, ebbene, è Marianna Sirca, quella che è stata la mia padrona. Essa mi voleva bene fin dal tempo in cui ero servo in casa sua: ma non era padrona di sè, allora, e io d’altronde ero superbo con lei. Adesso ci siamo intesi: Dio ha voluto così. Avant’ieri notte siamo stati assieme, nella sua tanca, siamo stati assieme benchè ci fosse suo padre. Siamo stati assieme, —