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proponeva, un’associazione, ed egli se ne sentiva di momento in momento più lusingato.
D’un tratto la vanità gli riempì il cuore di gioia e di orgoglio.
— Io non andrò certo a cercarlo, se lui non torna, — disse come fra sè, — ma bisogna.... bisogna....
— Che cosa bisogna?
— Costantino, dimmi dov’è lo stazzo del prete.
Costantino non parlò più: capiva bene i pensieri del compagno; e non si pentiva di aver parlato; ma provava una grande tristezza; e più che tristezza per il proposito che indovinava in Simone era gelosia, invidia per la potenza di Bantine Fera, e sopratutto era il sentimento della solitudine, del distacco che lo separava da tutti, vicini e lontani.
Simone a sua volta si sentiva frugato dentro dal giudizio del compagno; se ne irritava e cercava di nascondersi, parlando: e parlando si nascondeva anche a sè stesso, tanto che ascoltava le sue parole e le credeva vere.