Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/145

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L’estraneo era metodico e taciturno: usciva tardi alla mattina e rientrava tardi alla notte, sempre alle stesse ore: e se per caso rientrava durante la giornata non faceva chiasso, ma pretendeva che anche intorno a lui regnasse il silenzio più profondo. La sua camera era sempre in disordine, impregnata da un forte profumo di sapone fino.

Dopo il primo giorno egli non aveva più rivolto la parola a Lia, contentandosi di dare qualche ordine alla serva: e le domande, i sorrisi, le offerte e le investigazioni di questa s’erano spuntate come contro una pietra.

— O non capisce l’italiano, sebbene lo parli, o è sordo, — disse Rosa: e i bambini risero e fecero tesoro della scoperta. Se alla mattina Salvador faceva chiasso e la mamma lo sgridava, egli diceva con aria perfidamente ingenua:

— E tanto è sordo!

I due fratellini covavano una sorda antipatia contro l’estraneo: Salvador, più cosciente, aspettava ancora un segno di benevolenza da lui, e vedendosi trascurato provava un’ostilità invincibile; l’istinto primitivo del debole contro il forte da cui viene spostato e cacciato in un angolo.