Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/156

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La mamma lo guardò corrugando le sopracciglia, e anche Nino, che aveva già aperto la bocca, per interloquire, rimase silenzioso.

— Sì, fa la terza. L’orario è lungo; cinque ore di seguito, e poi còmpito a casa, e troppa aritmetica. Il bambino si stanca, forse....

— E quindi l’anemia scolastica. IL bambino è debole. Lo conduca al mare, ma non quando fa troppo caldo.

Salvador guardò la mamma, sicuro di sentirle ripetere che per quell’anno non si poteva andare al mare perchè il papà era morto e nessuno più, in casa, guadagnava soldi; ella invece domandò se i bimbi dovevano fare il bagno tutti i giorni, o star soltanto sulla sabbia, e avuta la risposta porse la mano al dottore, ringraziandolo e promettendo di tornare.

Egli era ricaduto nella sua apparente distrazione, ma quando Lia s’avviò per andarsene si scosse e parve ricordarsi di qualche cosa.

— La signora Bianchi mi disse che lei voleva tornarsene al suo paese: s’è invece stabilita qui?

— Sì! Non era possibile andar via.... per i bambini.... che devono studiare....

— Bene, bene!.... ma non li faccia studiar troppo!

Lia trasalì. La signora Bianchi aveva parlato di lei? Perchè? Conosceva le sue condizioni? Per un momento ebbe l’idea di rivelare al dottore le sue inquietudini, domandargli aiuto e pregar-