Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/21

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della strada. Qui alla donna povera non rimane che vendersi come una schiava ad un ricco contadino, o morire zitella, o sposarsi, se per inclinazione, con un uomo povero come lei, aver dei figli poveri, allevarli umilmente e farne uomini umili, per quanto onesti e buoni, inutili alla società. Ah, no! Se io avrò figli vorrò insegnar loro a essere uomini forti e operosi. E se non troverò marito, che la mia vita almeno non sia del tutto sterile e vuota. Ci sono anche i figli degli altri, da educare e da aiutare. Ecco perchè desideravo diventar maestra: mi pareva che avrei potuto far del bene anche ai figli non miei...

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La zia Gaina battè lievemente all’uscio di comunicazione. Lia trasalì e cessò di scrivere.

— Non lasciare il lume acceso, rosa mia. Sai che la Tentazione accorre dove c’è luce.... Va a letto Lia, va, cuore mio.

La voce, sebbene aspra, non era più corrucciata; Lia si scosse come svegliandosi da un sogno e immediatamente capì che aveva scritto molte cose inutili al suo zio sconosciuto, lasciandosi davvero vincere dalla tentazione di lodarsi, di esaltarsi e di parlar male del prossimo. Forse lo zio sconosciuto si sarebbe formato una cattiva opinione di lei. Piegò i foglietti già pentita di averli scritti, spense il lume e andò a letto. Ma non potè dormire. Il suo pensiero viaggiava,