Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/22

Da Wikisource.

— 16 —

nella notte serena, e varcava quel gran mare solitario che mandava il suo soffio potente fin dentro la nuda cameretta di lei; ma dopo alcune ore d’eccitazione e di sogni luminosi, ella sentì tutte le diffidenze o la depressione dell’insonnia; ricordò le parole della zia, le ripetè a sè stessa, si umiliò, «Adesso ti vuole, adesso che è vecchio ed ha bisogno di una parente povera che possa servirlo gratis!»

Ma la sua decisione era presa: e l’indomani rifece la lettera e dopo averne avvertita la zia la spedì.


*


Passarono alcuni giorni. Come una persona, che nasconde una grande felicità in cuore, Lia si sentiva buona e si mostrava docile con la zia, senza per questo riuscire a placarla. Tutte le mattine la donna accendeva il forno, nella cucina dalla cui finestruola si vedeva il mare lontano, e faceva il pane che poi mandava a vendere nelle case dei benestanti del paese. Ella viveva quasi esclusivamente di questa piccola industria, e guadagnava abbastanza, tanto che ogni primo sabato del mese faceva anche «il pane di Sant’Antonio» cioè una certa quantità di focacce che un prete benediceva e distribuiva ai fedeli all’uscita della chiesa. La gente credeva ch’ella fosse danarosa e forse in seguito a que-