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Non accennò all’avventura, ma il disgustoso ricordo tornò a pungerla, a misura che gli occhi di Piero Guidi diventavano quasi cupi di desiderio.
— Se egli osa dirmi una sola parola men che rispettosa lo mando via subito, — pensava, aspettando ch’egli le restituisse la tazzina.
Egli aveva dormito bene, e il letto morbido, la camera bella e tiepida, l’aroma del caffè e la presenza di Lia gli davano un senso di beatitudine. Aveva tante volte desiderato quel momento, laggiù nell’austera solitudine della piccola città meridionale! Ecco, adesso la sua giovine e fine padrona di casa è davanti a lui, fiera e chiusa in sè stessa come nella sua veste da lutto. Basta stender le braccia per consolarla e consolarsi con lei! Ma qualche cosa glielo impedisce. Che cosa? I bambini dietro l’uscio, o un velo impalpabile che si stende fra lui e lei, e ch’egli sente di non poter squarciare così, d’un tratto, violentemente?
Bisogna aspettare.
— Mi mandi i bambini, — disse, restituendole la tazzina. — Ho da dar loro qualche cosa.
La sua mano tremava visibilmente.
Dietro l’uscio, quando Lia uscì, i grandi occhi dorati di Salvador la fissavano diffidenti e gelosi, ed ella provò un’impressione nuova: le parve che il fanciullo indovinasse i suoi sentimenti.