Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/233

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guardava con occhi soavi? Ma ella era insensibile, come la pietra in mezzo al campo desolato. E se ne andò attraverso i saloni deserti come attraverso le strade affollate: con lo stesso senso di solitudine e di abbandono in cuore.

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Ma nei giorni seguenti fu assalita da una crisi di disperazione. Le parve a un tratto di essere invecchiata e di dover presto morire. La morte! Era questo l’avvenimento grandioso ch’ella aveva atteso durante tutta la sua vita di privazioni e di inquietudini? Ah, no, no: tutto fuorchè morire e lasciare i bambini soli. E se li stringeva al petto, tutti e due, aggrappandosi a loro come per salvarsi dalla corrente impetuosa che tutto ad un tratto la trasportava.

Un giorno, sull’imbrunire, stava ancora seduta a copiare a macchina, davanti alla finestra della sua camera da letto, e aspettava il ritorno dei bambini da casa della signora Bianchi, quando all’improvviso sentì rientrare il Guidi. Egli non rientrava mai, a quell’ora; quella mattina però s’era lamentato d’un forte mal di testa, e Lia credette ch’egli si sentisse poco bene e si ritirasse per mettersi a letto. Ella continuò a lavorare, ma lievemente inquieta. Era un tramonto freddo e chiaro di marzo: il cielo, come lucidato