Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/246

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al portone risuonò nel crepuscolo, tra il fruscio del vento, ed ella corse alla scala e andò incontro ai bambini affannata.

Essi rientrarono, come sempre quando tornavano dalla signora Bianchi, rossi in viso, eccitati, carichi di pacchettini, accusandosi vicendevolmente degli errori commessi.

L’appartamentino echeggiò delle loro risate e delle loro querele, ma Piero Guidi provò una sorda irritazione contro i due piccoli intrusi che arrivarano giusto nel momento in cui egli aveva bisogno di Lia.

*

Il colloquio interrotto non fu ripreso nè quella sera nè nei giorni seguenti. Pareva che egli sfuggisse Lia, pentito di quanto le aveva confidato, ed ella a sua volta lo sfuggiva, ma senza ostentazione, fredda e calma in apparenza quanto in realtà era tormentata.

Il ricordo di lui non la abbandonava un momento: non dimenticava una sola delle sue parole, e aveva paura di attraversare il salotto perchè egli era rimasto là come un fantasma, e quando lo rivedeva agitato, piangente, che cercava di attirarla a sè senza farle violenza ma con la forza della passione, forza più terribile d’ogni violenza, si sentiva tutta scossa da un brivido.