Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/247

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— Mandarlo via, — questa idea fissa la tormentava giorno e notte; — ma come fare? «A tutto son disposto fuorchè a separarmi da lei», egli aveva detto; e queste parole riempivano l’aria di luce e di suoni, intorno a lei, ma di luce e di suoni che la sbigottivano. — Che accadrà, che accadrà, Signore? Ella è una debole donna, senza difesa, e il gorgo molle e fatale della passione l’attira. Ma è decisa a lottare fino all’ultimo; ha vinto l’aperta violenza; possibile che non riesca a vincere la tentazione d’un uomo che è più debole di lei?

I giorni passavano, ed ella si convinceva che Piero Guidi era un debole, un vinto. La stessa sua passione per lei — passione vaga e variabile — glielo faceva talvolta apparire come un essere senza volontà; ma a misura che i giorni passavano e che egli non cercava di riprendere il colloquio interrotto, la sua fantasia lavorava a ricomporre la figura ideale di lui, e la ingrandiva e la coloriva.

— Egli mi ama davvero e perciò mi sfugge e mi rispetta. Egli sa che son sola, povera, unico appoggio ai miei due bambini: turbare la mia pace è un delitto: egli lo sa.... egli è onesto....

Eppure diffidava ancora: ma questa nuvola torbida di paure e di sospetti, prendeva, per così dire, un colore diverso, appunto come una nuvola che al mutar della luce si illumina e s’in-