Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/250

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nè una donna romantica per sognare, per esempio, un nuovo matrimonio con un uomo giovane, bello e intelligente come Piero Guidi: la sola idea che, egli libero, ciò sarebbe potuto avvenire, le dava un senso di vertigine. Ma poi si calmava e ricadeva nei suoi sogni fantastici.

In quei limpidi mattini di aprile, mentre i bimbi erano a scuola e la casa era in ordine, ella lavorava davanti alla finestra, ascoltava i rumori della città che si fondevano in un rumore solo, monotono e armonico, respirava l’aria profumata, e sollevando gli occhi si incantava a guardare qualche nuvola rosea che attraversava il cielo azzurro. Così forse il viandante nel deserto si ferma a contemplare il miraggio lontano.

*

Fin da quel tempo si cominciò a parlare del posto ove andare per i bagni. I fanciulli, e specialmente Salvador, che di giorno in giorno diventava alto, pallido e nervoso, avevano assoluto bisogno di campagna e d’aria di mare.

Una mattina Piero domandò a Lia:

— Dove conta di andare, quest’anno?

— Al solito posto, spero.

— Andiamo ad Anzio!

— Andiamo! — ella ripetè fra sè, turbandosi: e disse con voce triste: — io non tornerò più ad Anzio!