Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/262

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con cui attraversava il suo mondo ideale: l’incontro il più sorprendente non lo scuoteva.

Salvador che precedeva la mamma e Nino fu il primo a riconoscere da lontano il dottore. Si volse arrossendo e disse:

— Eccolo! Eccolo!

Lia pensava a un altro e trasalì: quando vide invece gli occhiali turchini, il viso distratto, la bocca triste e ironica del dottore provò un senso di vergogna. Sapeva d’essere mutata, e aveva paura ch’egli le leggesse in viso la sua passione.

— Come va? Come va? — egli disse, riconoscendola.

— Benino. Quest’anno l’orecchio lascia in pace Salvador....

— Bene, bene. E lei?

— E io....

Egli la guardava, e i vetri turchini dei suoi occhiali sembravano a Lia due lenti fortissime capaci di scrutare il male della sua anima.

— .... io sono un po’ stanca.

— Che fa? — egli domandò un po’ brusco.

— Nulla di straordinario! Ma già fa tanto caldo. Adesso però andremo un po’ fuori.... al mare.

— Bene, bene. Ma non tardi molto. Ha già pronta la casa? È grande, ariosa?

I bimbi ridevano dalla gioia, guardandosi, e Salvador non potè frenarsi oltre.

— È un gran villino di due camerette.... piccole, piccole, piccole....