Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/263

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Lia aggiunse, mortificata:

— È una casetta terrena, ma bene esposta ed ariosa.

— Non si trova altro? Non le converrebbe prendere un appartamentino, ma in alto?

— Son tutti piani di villini, troppo cari per noi.

— Cerchi, cerchi: forse ne troverà qualcuno adatto per lei. Aria, aria! E vada presto.

— Oh, al più presto! — ella disse sospirando.

L’idea di partire diventava quasi un’ossessione: per giorni e giorni la casetta terrena, l’appartamentino in alto, la spiaggia, l’incontro col dottore, furono il tema dei discorsi fra lei e i bimbi. Una mattina Salvador, che qualche volta andava a portare il caffè al signor Piero, le disse:

Anche lui vuole andare ai bagni, sai, mamma. Dice che ha già preso in affitto la casina delle glicine, sai, quella dove c’è la vecchietta, che ci inviterà tutti....

Questa volta Lia s’irritò sul serio.

— Ma cosa sei andato a chiacchierare? Che avrà detto il signor Guidi? Che ti ho consigliato io? No, Salvador, tu non devi riferire a nessuno i discorsi che si fanno tra noi.

— Ma se vuole, il signor Piero può mettersi a spiare dietro l’uscio.

— Egli non è un monello come te per far questo!