Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/264

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— Io non ho mai spiato, questo te lo assicuro, mamma! Avrò tutti i difetti, ma questo no, mamma! — protestò Salvador, e prese un’aria contrita e desolata; e quando portò il caffè al signor Piero, l’indomani mattina, dopo aver profittato della penombra del corridoio per avvicinare le labbra alla tazzina, chiuse la bocca proponendosi di non pronunziare una parola.

— Che hai? — disse Piero insospettito. — La mamma ti ha sgridato?

Che rispondere? O una bugia, o rivelare i fatti propri. Salvador preferisce tacere.

— Che cosa ti ha detto la mamma? Che sei un chiacchierone?

Salvador solleva gli occhi sospettosi. Che il signor Piero abbia spiato dietro l’uscio?

— Parla. Vuoi un po’ di caffè? Su, sta allegro, chè presto andremo al mare, nella bella casina delle glicine....

Salvador dimentica i suoi propositi, ma dice con tristezza:

— La mamma non vuole.

— Chiama la mamma: va, dille che desidero parlare con lei.

— Non le dirà che ho chiacchierato.

— No, no: anzi! Va, carino.

Appena Lia entrò egli le disse, in fretto, guardandola quasi timidamente:

— Senta Lia, non mi sgridi. Ho fissato la casina delle glicine a nome suo. Lei ci deve an-