Pagina:Deledda - Nell'azzurro, Milano, Trevisini, 1929.djvu/13

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vita silvana 9


tanto bene in quella vita quasi selvaggia, lontano dagli uomini e dalle donne, che s’era deciso di vivere sempre così: non andava nei villaggi e nelle piccole città se non per vendere i suoi prodotti, comprare le cose più necessarie alla sua vita errante, ed affittare le pasture per il suo gregge.

Il suo gregge, i suoi cani! Era tutta la sua famiglia ed egli l’amava svisceratamente; e forse ne era ugualmente amato, almeno dai cani: conosceva, chiamava con cento nomi, una per una, le sue pecore, ed allorquando ne moriva qualcuna, per malattia o per vecchiezza, egli provava un immenso dolore.

Ed ecco ad un tratto quella piccola signorina veniva a turbargli l’anima e la vita.

Appena la vide, Bastiano si domandò se doveva o no scendere da cavallo — aveva anche un cavallo, un cavallino grigio dai grandi occhi languidi, chiamato Murrittu — e si decise per il sì quando la sentì piangere.

La prese fra le mani e l’esaminò come un oggetto curioso: la piccina poteva avere un anno, ma era mingherlina mingherlina, pallida, con gli occhi grandi castanei come i capelli, il profilo sottile e delicato.

Era vestita signorilmente, con biancheria fra i