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E tutti risero ancora.
Poi la conversazione deviò: si parlò di una principessa russa, madame Makuline, stabilita da molti anni a Roma, e alla quale Antonio, che l’aveva conosciuta per mezzo di Arduina, sbrigava qualche affare d’amministrazione.
— So che deve fare un regalo a Regina, — disse la scrittrice ad Antonio. — Domani sera verrà a pranzo da me: ci verrete anche voi.
Questa notizia rialzò alquanto le sorti di Arduina, e sollevò un po’ Regina: la conversazione volò su contesse e marchese, e Claretta gridò, rivolta a Massimo:
— Oh, ora che mi ricordo! Ti han visto, sai, l’altro giorno...
— Mi vedono anche oggi!
— Ti han visto a correre dietro la carrozza di donna Maria Del Carro: pioveva e non avevi ombrello.
— Ecco perchè correvo! — egli disse, tutto felice e lusingato.
— No, correvi proprio proprio dietro la carrozza, caro!
— Ma perchè? — domandò ingenuamente Regina.
— Quanto sei carina! — disse la cugina. — Eh, correva per farsi vedere, perchè dicono che alla marchesa Del Carro piacciono i giovani belli... anche se sconosciuti...
— Grazie! — disse Massimo, facendo degli inchini. — Grazie e grazie!
Tutti allora si animarono, e tirarono fuori un numero infinito di dame di loro personale conoscenza, raccontandone vita e miracoli. Anche la signora Clara, per non parer da meno, de-