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scrisse l’abito che una contessa sua amica indossava l’altra sera, durante un ricevimento.
Regina ascoltava. Ebbene, ella non lo confessava a sè stessa, ma l’idea che i suoi nuovi parenti conoscessero della gente aristocratica le faceva piacere.
*
Finalmente venne il caffè, e la signora Anna si volse a Regina con l’intenzione di parlarle dolcemente.
— Tua madre, — cominciò, — starà in pensiero, me lo immagino: ella non può certo ancora abituarsi all’idea che una seconda madre...
— Mamma, — interruppe Gaspare, che tornava da una seconda ispezione in cucina, — venite un po’ a vedere. Ma venite, — insistè, agitando la cocca del tovagliuolo che teneva sull’omero, — c’è un lago in cucina. Ha lasciato il rubinetto aperto.
La vecchia signora dovette alzarsi, sospirando e ansando, e seguì il figlio in cucina. Subito dopo si udirono i singhiozzi di Marina.
— Ma è insopportabile quell’uomo! — disse Arduina. — Ma è forse una schiava quella povera ragazza? Dal punto di vista...
— Sociale... — proseguì Massimo.
— Ma scusami! Ha lasciato il rubinetto aperto! — osservò zia Clara.
— Se io sposo un marito che si ficca in cucina, dal punto di vista sociale gli dò tanti scapaccioni... — dichiarò Claretta, stringendosi la cintura davanti allo specchio.
— Anch’io, — rinforzò la scrittrice.