Pagina:Deledda - Sole d'estate, 1933.djvu/19

Da Wikisource.


In una bellissima novella di Gorki c’è un vagabondo affamato, che nelle nuvole leggere e vaporose sull’orizzonte della steppa, vede vassoi fumanti e colmi di squisite vivande; ma quando nel suo delirio stende la mano per toccarli, quelli dileguano crudelmente, divorati dallo spazio. «Non toccare» «non toccare» «non toccare» era almeno scritto sui cartellini applicati come farfalle alle favolose piramidi di pere e di mele, ai graziosi pergolati d’uva perlata, alle coppe di melagrane e di cotogne, ed anche ai sacchetti di fichi secchi che parevano pasticcini, della mostra di frutticoltura: altrimenti Giulio, Marino e Gregorio, i tre inseparabili amici e compagni di scuola — prima tecnica — si sarebbero lasciati cogliere anch’essi da un delirio simile a quello del vagabondo.

— E se io dovessi toccare, che mai accadrebbe? — domandò Giulio, allungando la grossa mano traboccante dalla manica corta della giacca stremenzita.