Pagina:Dell'Oreficeria rispetto alla legislazione.pdf/28

Da Wikisource.

— 26 —


Adunque, la prima quistione da risolvere innanzi di comprare oggetti preziosi, è qual sia il grado di purezza di tale o tal altro di essi. Trattandosi di materia grezza o di lavori fuor d’uso, a volerli rendere omogenei prima si riducono in verghe, poi con un’operazione chimica si specifica la quantità del metallo puro ivi contenuto: cotesta operazione si dice saggio. Il saggio dell’oro vien fatto col semplice fregare il pezzo sopra la pietra di paragone e quindi osservare se la traccia metallica, la quale vi rimane segnata, abbia il medesimo colore che un’altra vicina, fatta con metallo puro. V’è anche quello che chiamasi saggio alla tocca e consiste nel toccare la traccia metallica, la quale fu segnata nella pietra, con una goccia di certo acido che corrode il metallo eterogeneo, onde la traccia diviene smorta più o manco secondo l’abbondanza del metallo eterogeneo: tale operazione può essere eseguita agevolmente dagli stessi commercianti. Il predetto metodo dà un risultato più sicuro quando vi si applichi il provino che è «un’arnese composto di più stecchine di rame, infilate all’un de’ capi a modo delle bacchette di ventaglio, libere dall’altro capo, e ivi terminato in altrettante corte laminette d’oro, ciascuna di un determinato titolo, segnato con corrispondente numero improntato su ciascuna stecchina. Fatta sulla pietra di paragone una traccia metallica col pezzo d’oro d’ignoto titolo, se ne fa allato un altra simile con quello delle laminette del provino, il cui noto titolo parrà più approssimarsi a quello