Pagina:Dell'obbedienza del cavallo.pdf/186

Da Wikisource.
158 Parte

che l’abbia lo tenga fermo, e li faccia le solite carezze e lusinghe, poi torni a farli fare altri pochi passi, e nuovamente parato quando è del tutto fermo, lo richiami alla posata, come ha fatto prima, ed eseguita torni a farli le solite carezze; seguiti così per due o tre volte, più e meno, che maggiore o minore è la difficoltà che mostra nell’esecuzione, per mandarlo contento in stalla, e giammai stufato, che così il giorno dopo la farà con più piacere, e con maggior obbedienza.

Imparato che abbia a far la posata interrotta dal passo in avanti, li si facciano fare con l’istesso metodo dando a dietro, e dipoi eseguiti i passi tanto in avanti che indietro, in vece della posata si chiami allo sparo del calcio; e reso obbediente all’uno, e all’altro, terminati i passi sì in avanti che indietro, una volta si chiami alla posata, e l’altra allo sparo; la seconda volta poi che si vede il profitto, e la facilità dell’esecuzione dell’una e dell’altro, si vada acquistando terreno con farli fare lo sparo subito dopo la posata, e finalmente si chiami all’una e all’altro nell’istesso tempo, che si vedrà eseguita la capriola; e se si obbligherà a replicar più volte senza interruzione del passo la posata, cacciandolo nell’istesso tempo in avanti con far battere il frustone di dietro in terra, vedrà eseguire la Corvetta, se la costruzione sua comporta l’una, o l’altro, ed in caso diverso dal rifiu-


to