Pagina:Dell'oreficeria antica.djvu/27

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tura: previsione questa tutta sua propria di che gli fu porto encomio da parecchi giornali scientifici, tra cui mi piace annoverare la Revue de Genève, perchè pubblicata nella patria del De la Rive, uno dei scopritori della moderna galvanoplastica. Ciò dimostra come insin d’allora a lui punto non andasse a versi il falso splendore che abbaglia la gente comune, ma non copre all’occhio dell’artista il cattivo disegno e il peggior gusto.

In quel torno la terra, che per tanti secoli avea ricoperto le maraviglie e i tesori dell’Etruria, ci ridonò alcuna parte di essi. Ognuno che li vide rimase stupito dei bellissimi gioielli che si rinvennero nelle vetuste necropoli di quel suolo misterioso; e mio padre fu il primo cui venisse in pensiero di imitarli, anzi riprodurli con la maggior cura possibile.


XI.


La lode e i consigli di alcuni veri cultori dell’arte, incuorarono mio padre a proseguire nelle sue ricerche sull’oreficeria etrusca, al che non gli fu di piccolo stimolo e conforto il giovarsi, direi così, cotidianamente della dottrina e degli insegnamenti del duca Michel Angiolo Caetani, il quale noi riguardiamo quasi come nostro maestro, perchè ci era di sicura guida nell’arte, come quegli che n’è intendentissimo. Così mio padre facea risorgere in Roma la italiana oreficeria che pigliando ad esempio gli ornamenti e i gioielli di più rara bellezza fra gli antichi