Pagina:Della Croce - L'historia della publica et famosa entrata in Vinegia del serenissimo Henrico III, 1574.djvu/29

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... • ’ _. 27 dicline parole, che non fumo ‘da altri intefè, magli rffpófe, ch’era venuta pet> accompagnarla, & offendo apparategli Capellino Ducale andorono alla meffa n’SlTiftcffd fald folto ilbqldachinó ingenocchiandófitl Rcfopra vnofcabeil’o, &il Trcncipe [òpra vno guanciale in queff inalante comparuero molti Signori, frali quali liquattroClarìffirtù ^fmbafdatori,.che le hhueàno da fare compaghia mviaggio, finita ta meffa, e leuatofi Sm Maéftà, chepotentino effere da circa qìiattofdecì bore vedendo il Signor Giouamù Michele.Ambaficiator gli dtffe, che tra tutti gli trattenimenti hduutiin Finegia,non hauea. gufìato il maggiore, che più le dilettale e piaceffe quanto quello della guerra de ponti, è, che fel’haueffc faputo prima baierebbe pregato- Sua Serenkàvoltataft così dicendoaleicambiando, chelehaucffsfatto darepiud’vna volta qiiefìo trattenimento, che altro non haurebbe defiderato,, che quello. Dipoi aumtafi innanzi col VYencipe * e Signoria abboffate le fiale andò ad imbarcar fi, & entrò, nella gondola, coperta dnbroccato d’oro la Maeflà fina con Sua Serenità foli, è nelle altre coperte di feto li Trencipi col fratello di Sua Mdjejjètc..Signori di fui córte, è li Ctariffimi: Senatori, è partirono per Tadoua feguitati pòi da vnogran bojco d’altre barche, epaffind’o perii Canale r dou-’erano VafccUi furno fallitati conl’ór teglieria,. è dalli monaflerijda molte eodete. Il VYencipe SeremJJìmo è fenato l’accómpxgnoronó fino a Liggafufina lontano di qua circa] cinque miglia, dotte fi licentiòla Sua Serenità con parole grani, e piene d’offeqiùo egli fece riuertnga, la qiial’effondo di già partita, è paffuta il carro che diffide 1 acque fiadfe d’aÙe’dolci, itone strafatto poffare prima viio delti piatti doratì della Signoria nella brenta per condurla con maggiore ccrnmodàtà, & andata vno peggo binanti, volendo pure dimofirarin ogni firn reale attiene ef- ■ fette di beneudengd, è l’amore, & affettwne fi, che portano atta Serenità Sua, mandò à dietro per vno gentilhuomo fio à donare al VYencipe vno diamante di valore di circa mille cinque cento fiuti, per quanto fà detto, che. tqccèttÒ con molfamore. Untale per delìberottone delfenato ffacendofrfar’mo bèUiffimo Ciglio doro)farà poftoin cimadieffo conia prefente inferitemeli ripofio netThcforo di fan Marco sperpetua memoriaHenrici II LFrancarimi, Se Fotoni*Rcgis per liancVrbem.è Polonia in Gallias redeuntis Munus Aloyfio Micenico Du‘ ei, perpetuimi eius beneuQlentìae in Rcmpublicam Tetti’-" «tonfimi. Millefimo quingentefimofeptuagcfmioquarto, menfcTulij. Et fi come Sua Maefià: nel partire fuo porto, feco Vita viua memoria del perfetto amore, è della mólta rìuerenga, & offeruangq, che conobbe portarle quefìa Serenìffima? y epublica, così anche la lafcio fcolpita ne’ petti loro della firn [ingoiare bontà, è del chiaro nome, è de II’effetto di Vrencipe Catholìco,& vaD 2 loro fio f