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LIBRO SECONDO 93

Quam lupus ille gravis tamen invitus trepidabit.
Norunt me, nostris habitant qui sedibus. Haud jam
Amplius ipse animum celabo parentis, aperte
Mortali generi divina oracula pandens.
Thressa malum tellus ingens partit et prope partus:
Usu nempe malam sobolem pariter feret illi.
Ad latera adjunctae ponto telluris et ulcus
Prætumidum crescet, cito ruptum sanguine manans.


Quest’oracolo certamente comprende, valgami il dirlo, tutto quanto si può bramare in proposito, con oscure voci indicando i mali sovrastanti ai Bitinj per la gravezza de’ tributi loro imposti ne’ consecutivi tempi, ed il trasferimento di quel dominio a coloro,

Magna qui veteris habitans Byzantis in urbe.

Dall’essere poi trascorsi non pochi secoli prima dell’avveramento delle antedette predizioni a torto fantasticheremmo volersi l’Oracolo ad altri eventi riferire. Poiché ogni tempo è breve pel Nume, il quale mai ebbe principio nè va soggetto e fine; ciò è quanto raziocinando ho potuto raccogliere. Ma se ad alcuno paia interpretare differentemente la sentenza racchiusa nelle parole dell’Oracolo, nulla ho da opporgli.

Costantino del resto compiute le antedette faccende incessantemente dava fondo alle rendite dello stato col dissiparle in largizioni agli indegni e disutili, non già ai meritevoli, rendutosi ai tributarj molesto di ricchezze colmando inutile gente, e colla prodiga-