Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/331

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LIBRO SESTO 305

elessersi dei tiranni, Marco, Graziano e poscia Costantino. I Romani venuti a fiera battaglia contro all'ultimo riportaronne manifesta vittoria, spento rimasovi il più de’ barbari, ma trascurando incalciare i fuggenti (chè di tutti sarebbesi fatta strage) diedono loro tempo di riparare alla tocca sconfitta e ragunata numerosa oste pareggiare altra fiata le imperiali forze. Costantino adunque locò presidio in que’ luoghi onde impedire ai nemici il valico nelle Gallie. Mise parimente al Reno, dai tempi del principe Giuliano negletto, idonee truppe. Così disposti gli affari della universa Gallia invia nella Spagna il suo primogenito Costante ornato de’ cesarei distintivi. Imperciocchè bramava pure colà ridurre sotto la sua giurisdizione tutte le genti, estendere i limiti dell’impero, ed anche abbattervi la potenza della imperiale famiglia, paventando non ella assoldasse ivi truppe onde, superato il monte Pirene, assalirlo, ed Onorio dall’Italia, menandogli contro gli eserciti e circondandolo da ogni lato, non lo privasse della tirannide. Costante dunque con seco il duce Terenzio ed Apollinare prefetto del pretorio, date agli ordini palatini le magistrature così militari come urbane, si trasferì in Ispagna, ed assistito dai prefati duci muove contro ai prossimi per affinità di stirpe al principe Teodosio e conturbanti la regione. Questi da principio co’ Lusitani militi pigliarono a guerreggiarlo, ma osservandosi da lui vinti, con moltitudine di servi e di agricoltori cadutigli sopra per poco non lo ridussero agli estremi; se non che, pur ora dalle concepite speranze delusi, fatti sono da Costante