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LIBRO PRIMO. 23

mano, come per le annue largizioni ricevute, impedivan sempre gli Sciti dal recarsi in Asia; ma spenta la regale schiatta, e vili ed abbietti personaggi postisi al governo loro, dottando per sè stessi, consentivano ai barbari lo entrare pel Bosporo in Asia, trasportandoveli di più coi proprj vascelli, e quindi riconducendo questi indietro.

Laonde gli Sciti, predatori di quanto paravasi loro innanzi, eran cagione che i domiciliati ne’ lidi marittimi del Ponto abbandonassero il suolo nativo per trasferirsi in quello mediterraneo, dando la preferenza ai luoghi fortificati. Da principio eglino tentarono Pitiunte circondata di muro grandissimo ed avente assai comodo porto. Ma Sucessìano, ivi ai comando, assalitili colle sue truppe costrinse a retrocedere, e queglino temendo, al divulgarsi la fama dell’avvenuto parimente negli altri castelli, non tutti que’ popoli unitisi alle milìzie di Pitiunte cercassero disterminarli, pigliata ovunque ne rinvennero immensa copia di navi con sommo pericolo e ben minorati di numero per la strage tocca nella Pitiuntina guerra, tornarono alle terre natali. Per verità gli abitatori del Ponto Eussino, salvati dal condottiero Sucessiano, fiduciavano che mai più i nemici accingerebbonsi ad attraversarlo, stati essendo nell’indicato modo battuti. Se non che da Valeriano richiamatosi il duce per nomarlo prefetto del pretorio, e seco lui combinare gli affari ed il ristauramento d’Antiochia, i barbari novamente, provveduti dai Bosporani di vascelli, tragittano quello stretto. Ritenuti quindi i legni, nè (giusta l’operato innanzi) concesso ai pa-