Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/373

Da Wikisource.

23

il confortò dc’suoi consigli, procacciogli col marito un colloquio, e Giuliano potè la mercè sua con onesta libertà giustificarsi, ed ottenere di fermar, quasi in onorevole esiglio, la sua stanza in Atene (29).

Contento degli eruditi suoi ozj, traeva egli lieti i giorni in questa che appellava seconda sua patria, e sì lievi cagioni deviano spesso la corrente degli avvenimenti dell’umana vita, che non riesce impossibile a credere che la giovanile ambizione di lui sarebbesi saziata o confusa nella vanità filosofica, se l’operosa sollecitudine d’Eusebia impreso non avesse ad estendere ancora più avanti i suoi benefizj. Cresceva l’impero ogni dì più di pericolo. La morte di Gallo privato aveva l’oriente di un rappresentante imperiale, e il bellicoso Sapore di già ne minacciava le frontiere. I selvaggi Isauri stavano alle porte ed all’assedio di Seleucia, i Sarmati varcalo aveano il Danubio, ed i barbari dell’Alemagna invasa la Gallia. Costanzo, che uscire non poteva (l’Italia, confessò allora per la prima volta di conoscersi incapace a solo sostener tanta mole (50), e la reai Protettrice non ammise di profittar tosto a favore del suo cliente d’una confessione che la sola necessità spremeva dalla vanità del principe. Potè ella fargli considerare, nè inopportunamente, che l’infecondo lor talamo facendo di già ritenere Giuliano come l’erede presuntivo dell’impero, meglio era procacciarsi il suo affetto anticipando con un atto della propria volontà, ciò che la ragione delle cose rendea ormai inevitabile •, chè la dolce e pacifica indole sua promettere in lui poteva un principe grato del beneficio, e la moderazione ed austerità sua filosofica