disciplina, sen?.a che avesse a pigliar commiato dal generale ch’ei teneramente amava, e che solo poteva
con autorità ed efficacia rappresentargli i doveri dell’obbedienza^ e la dubbia situazione di Giuliano naturalmente il guidava a farsi autore di quel consiglio che
senza essere privo di pericolo, meglio tuttavia serbasse
le sembianze dell’innocenza. Occorreva allora mettere
ne’ soldati obblio del lor capitano, e fidanza di sicurezza
per la patria che abbandonavano; erano queste le principali cagioni della sedizione. Ma il principe dissimular
nou ne seppe i pericoli, e con affettata popolarità rivolgendosi anche a semplici soldati chiamolli ad uno ad
uno per nome, ne distinse i più insigni, ne rammentò
i gloriosi lor gesti, e ne rendette in ogni guisa più
acerba la partenza (52). La ricordanza de’ fatti non poteva non trarre seco le lodi del generale sotto il cui reggimento erano stati eseguiti: dunque per abbandonare
ancora alla rapacità de’ barbari questa terra che chiude
ogni nostra speranza tanti travagli sostenemmo? dunque
senza l’ausilio di quel capitano clic sempre ci condusse alla vittoria, ci recheremo a sicuramente perire
negli estremi confini dell’Asia, c sotto le saette persiane? tale essere dovea il naturale progresso delle loro
considerazioni. Ogni più innocente, ed anche lodevole
arte con cui rendersi grato all’esercito, sembrare poteva
allora sospetta. Consentì non solo che i soldati recassero
seco in Persia le loro famiglie, ma accordò altresì a queste l’uso de’ carri militari onde alleviarne i disagi della
marcia (53), c la sera medesima del giorno avanti la
partenza accolse alla reale sua mensa gl’ufficiali supe-