Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/399

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governò le umane passioni, e ne fu a vicenda da esse governata. Non depone la naturale fralezza un rredcnte nè la sua positura sodale, e sarà sempre un forte pericolo per la sua beatitudine, la scelta fra le terrene c le celesti corone. Giuliano intraprese a proporre quelle come un anticipato pegno di queste. Le sciagure della persecuzione potevano considerarsi feconde d’eterna glo- ‘ ria non solo, ma eziandio d’un utile celebrità nella vita presente. Può l’umana debolezza compiacersi d’nna tenzone che la solleva sino a militare per la causa del Cielo, ed a scendere sola nell’arringo o cóntro le forze d’un vittorioso partito, o cóntro quelle del principe; ma la fredda tolleranza di un culto che all’abiezione s’accoppia di chi I’ esercita, di leggieri abbandona il credente al vitupero, o avviene almeno che l’immerga in quef profondo obblio, che se eletto non viene dalla volontà, è il più abborrito male del nòstro spirito. Ora a questa meta appunto rivolse gli sforzi Giuliano. Non ignorando che una ignominiosa appellazione ove pur giunga a prevalere, e prevale sempre se proferta è dal principe, può ella sola spargere il ridicolo ed anche l’obbròbrio non meno sulle sette che sulle nazioni, cominciò egli dal distinguere i Cristiani nelle scritture e nei ragionamenti col nome di Galilei (75), ed i Pagani non tardarono a seguitarne l’esempio. Si raccomandò la tolleranza, ma si vieto a’ Galilei l’esercizio d’ogni incarico militare e civile, come non atto ad accordarci colla sofferente natura della loro religione (74). Non ad

essi un editto tolse l’ingresso alle scuole nelle quali colti Prefazioni di S. P. alUOp.sc. di Giuliano. /•.