Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/458

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Capitolino, e il rappresenta compreso ili riferenti pei montimenti della patria religione. Nè il suo silenzio intorno a quei particolari, sembra che indebolir possa la testimonianza di Simmaco; perciocchè non fu già che da Costanzo si giorasse al culto pagano con nuore inslituzioni onde avessero a trovar luogo nella narrazione storica di Ammiano, ma sì col non aver recalo nocumento alle antiche, ciò che naturalmente innestatasi nell’orazione di Simmaco, dirètta ad implorar la tolleranza del culto stesso. Or dunque questi nell’acccnnala orazione (<i) a Teodosio, in cui implora che ristabilito venga l’altare della Villoria nel primiero suo posto della curia romana, e che ad ambi i culti cristiano e pagano sia conceduta una libera ed egual tolleranza, volendo spronare il suo principe con l’esempio della moderazione palesata da Costanzo in quel suo soggiorno, così si esprime: accipiat celernilas veslra alia ejusdem Principi’ facta, qttce in usura drgnius Irahat. JVil ille decerpsit sacrarum virginum privilegio, decrevit nobilibus sacerdolia, Homanis caeremoniis non negavi l irnpensas, et per omnes vias relernae urbis laelum secutus Sellatimi, vi dii placido ore delubro, legit inscriptn fastigiis deorum nomina, percunctalus eli lemplorurn origines, miratus est conditores. Cumque alias religiones ipse sequeretur, has servavit imperio. Da qui dunque veniamo a conoscese che ancora oltre la metà del quarto secolo, sotto il regno di un principe Ariano quale era Costanzo, celebrato come uno de’ più ardenti difensori della fede, l’ordine delle Vestali riteneva i suoi privilegi, percepiva i suoi emolumenti, ed esercitava senza riserve il suo culto, le dignità sacerdotali erano un’onorevole distinzione della nobiltà, le feste religiose celebravansi col solito dispendioso splendore, e le inscrizioni che i nomi esprimevano degl’iddj leggevansi ne’ frontespizj de’lempj. Pio" 1

(a) Epist., lib. X, n. 54.