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42 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA.

fossero aceingomi a raccontare. In Seleucia, nobile città della Fenicia, aveavi un tempio d’Apollo, nomato Sarpedonio, ed oracolo in esso. Quanto è riferito del Nume, ch’egli accordasse a tutti gli aggravati da innondamento di locuste le Seleucidi (uccelli dimoranti presso del tempio e destinati a volare all’intorno ove hannovi tali insetti, e, beccateli, a disterminarne quasi in un batter di ciglia immensa quantità, liberando le popolazioni da sì penosa molestia) lascio alla buona ventura di quelle genti, rinunziato avendo a questo divin benefìcio l’età nostra1. I Palmireni del resto consultato l’oracolo se fossersi per ottenere il Romano impero, ebbero in risposta dal Nume:

Frodolenti, malvagi e sempre increscevoli agli immortali Iddìi, partitevi dai nostri abituri.

L’oracolo a simile richiesto intorno alla Romana spedizione contro de’ Palmireni, profferì le seguenti parole:

Solo un falco precede con lutto detestabile molte colombe, che tuttavia non cessano di temere il nemico.

Altro che parimente dell’egual tenore intervenne ad essi.

In Afaca, sita fra Eliopoli e Biblo, evvi un tempio intitolato a Venere Afacitide, con da presso un lago simile ad artifìziale cisterna. Mirasi poi non lunge dal primo e dalle sue adiacenze un fuoco, quasi di lampada o

  1. Nulla di meglio attendersi potea da un pagano, il quale fornito d’animo alienissimo dai cristiani dogmi, al presentarglisi l’occasione, è molto facondo nell’oltraggiarli.