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LIBRO PRIMO. 47

Ambedue preparatisi alla guerra, Floriano calcata la via di Tarso stabili piantarvi il campo, lasciando compiuta per metà la vittoria sopra gli Sciti nel Bosporo; il perchè, mentre già erano da ogni intorno assediati, aprì loro il varco di retrocedere alle proprie case, Probo intanto mandava per le lunghe la guerra, avendo assai minori truppe. Sopraggiunto poi nella state un gran caldo in Tarso, i militi di Floriano, Europei essendo i più, non assuefattivi, percossi da fiero morbo uscivano di questo mondo. Probo allora stabilì profittare della opportunità cimentando il nemico. I mìliti di Floriano anch’eglino, meglio di quanto lor forze comportassero, abbandonate le trincee venivano a schermugi davanti alla città, non eseguendo tuttavia gesta meritevole di ricordanza; separati quindi gli eserciti, alcuni guerreggianti sotto i vessilli di Probo inoltratisi e tolto a Floriano l’impero, tengonlo qualche tempo in guardia; ma fatto osservare dal nemico non essere nell’operato concorso il volere di Probo, egli veste novamente la porpora; se non che i messi retroceduti colle risoluzioni del rivale procurarono la morte valendosi delle stesse truppe da lui capitanate1.

Probo insignoritosi dell’impero, andando oltre, diede principio al suo reggimento con azione per verità meritevole di lode, volendo puniti gli insidiatori di Tacito e quelli di Aureliano. Non fece tuttavia ese-

  1. Fu spento in Tarso dai soldati, udito avendo l’inalzamento di Probo, eletto dall’intero esercito, al trono. Vopisco.