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110 la cintia


Sinesio. ... E sapete ancora che se i padri amano i figli naturalmente, quando sono poi virtuosi, sono sproni e stimoli alla nostra vita, che ne trapassano insino all’anima, di contentarli. Or ascoltate quanto mi detta il mio desiderio. Vorrei che deste Amasia vostra figlia per moglie ad Erasto, perché ne sta innamorato; ed io vi prometto non far molto conto della dote.

Pedofilo. Sinesio mio caro, se non compiaccio al voler vostro, molte son le cagioni, delle quali altre ne dirò liberamente altre non lece dire.

Sinesio. Oimè, negarmela cosí alla prima è un principio d’ingiuria!

Pedofilo. Non fa ingiuria chi onestamente dice le sue ragioni. Il partito è cosí buono che io nol merito: le qualitá del giovane sono veramente riguardevoli. Ma dovete ricordarvi ch’io son da Bologna e non pretendo aver a vivere o a morir in Napoli; e massime ch’ora intendo la parte guelfa nostra contraria esser giá quietata, la vo’ maritare alla patria, ché maritandola qui mi sarebbe molto discommodo.

Sinesio. Che val quell’amico che non si discommoda per un amico?

Pedofilo. Anzi che val quell’amico che cerca il discommodo del suo amico? E vi fo sapere ch’ella non vuol marito napolitano, e in questo io non son per isforzarla altrimenti.

Sinesio. I presenti mutano gli animi feminili: ricami, perle, gioie e vesti le faranno mutar proposito.

Pedofilo. Ella non stima vezzi feminili; è d’animo assai maschile, e tanto maschile che non le manca nulla di maschio.

Sinesio. Il parentado si chiama parentado perché si deve far tra pari, e fra pari ogni cosa va bene; e io non credo sia fatto parentado piú tra suoi pari come questo: sono nobili, ricchi, d’un’etá, virtuosi e belli egualmente, che par che sieno nati per esser sposi insieme; ed è un matrimonio molto proporzionato e naturale.

Pedofilo. Anzi, sproporzionato e contro natura.

Sinesio. E chi dicesse che non stessero bene insieme, meritarebbe una forca!