Pagina:Della Porta - Le commedie II.djvu/385

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ATTO V.

SCENA I.

Cricca, Pandolfo.

Cricca. (Andarò al padrone e li darò la buona nuova; mi sforzerò di fargliela credere, benché sia certo che durerò poca fatica, ché egli avrá piú voglia di crederla che io di farglila credere).

Pandolfo. Averei desiderio sapere che ha fatto il vignarolo.

Cricca. (Farò vista di non vederlo e farò vista desiderar di trovarlo per fargliela entrare piú bene). Oimè, che mai si trova quel che si cerca e si incontra sempre chi si ischiva: non posso trovare il mio padrone per dargli cosí buona novella!

Pandolfo. Veggio Cricca; parmi intendere che mi voglia dare una buona novella: l’ho per un prodigio del mio bene.

Cricca. Ho caminato in tanta fretta per trovarlo che appena posso trar il fiato; le scarpe ne hanno fatto la penitenza che sono tutte rotte.

Pandolfo. Lo dice con voce alta, con bocca larga e allegra: segno di cosa allegra. Certo il vignarolo sará stato ricevuto per Guglielmo e mi avrá concesso Artemisia per isposa. Lo vo’ intender meglio: o Cricca, o Cricca!

Cricca. Non è in casa né in piazza né in loco alcuno dove soglia pratticare.

Pandolfo. Cricca, volgeti qua, non mi vedi?

Cricca. Padrone, è tanta l’allegrezza che non vi potea vedere: ho cercato ogni buco per trovarvi.