Pagina:Della compilazione d'un codice.djvu/18

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«La raccolta delle leggi secondo questo disegno sarebbe vasta, ma non è un motivo per non comprendervi tutto. Una legge scritta o non scritta che sia, è egualmente necessario di conoscerla. Chiuder gli occhi sopra una cosa che si deve portare, non è un mezzo d’alleggerirne il peso.

Inoltre qual parte escludere? Quale obbligazione imporre al cittadino senza sua saputa? Quali insidie lo circondano mentre ignora tante leggi!....

«Compilazione totale: ecco dunque la prima regola.

Ciò che non trovasi nel corpo della legge non sarà legge.

Non bisogna far dipender nulla nè dall’uso, nè da leggi straniere, nè dal preteso diritto naturale, nè dal preteso diritto delle genti. Il legislatore, per esempio, che adotta il diritto romano, sa egli ciò che fa? Può mai saperlo?

Non è un campo eterno di dispute? Non è con una sola parola rendere all’arbitrio ciò che s’è voluto togliergli?

Questo amalgama non serve a viziare intieramente un codice? È un assioma di matematica, che riunendo due quantità, una finita l’altra infinita, la somma diviene infinita.

«Si obietta ad una compilazione delle leggi che è impossibile preveder tutti i casi. — Convengo che non possono prevedersi individualmente, ma possono prevedersi in specie; si può dir, per esempio, che ogni genere di delitto è compreso nelle tavole di quest’opera, sebbene non si possa dire che sieno stati previsti tutti i possibili delitti individuali.

«Con un buon metodo si precedono gli eventi in vece di seguirli; si dominano in vece di soggiacervi. Un legislatore gretto e timido aspetta che mali particolari