Pagina:Della condizione giuridica della donna.djvu/153

Da Wikisource.

DELLE DONNE 147

l'uomo, ed eguale a questo nella differenza, di guisa che ognuno dei due sessi non si trovi bene fuorché rimanendo nella propria sfera1. — La donna non è sensuale, e uno de' più gravi e comuni errori degli uomini è appunto quello di credere d'averla fatta propria quando riescono a piegarla alle esigenze della loro sensualità, mentre essa non ne risente in fondo che avvilimento e disprezzo, quando un più nobile sentimento non trasformi e non faccia dimenticare quelle materiali concessioni2. — La donna non si dà mai completamente all'uomo, perchè la sua mente si solleva dal senso all'ideale, dall'uomo a Dio, dal marito alla famiglia, dalla generazione all'amor materno, e quanto più perfetta e salda è questa gerarchia de' sentimenti, tanto la donna è più perfetta3. — Neppure ammette il Dumas una questione femminile circa maggiori e nuovi diritti da conferire alle donne; trattasi per lui piuttosto «di modificare l'educazione dell'uomo, d'insegnare e, se si rifiuta, d'imporre all'uomo il suo dovere verso la donna»4. Su cento mogli colpevoli, novantacinque lo sono, a parer suo, per colpa dei mariti5. — In pari tempo però il Dumas ci rappresenta le donne trascinate da una irresistibile fatalità ad iscriversi in una delle tre categorie in cui egli li distingue e che sono: le vestali, le matrone, le cortigiane, o donne del tempio, del focolare, della strada 6, — Ed è un essere la donna, per cui la sudditanza all'uomo è un bisogno: «non chiede la donna all'uomo che vuol amare, di essere al di sopra degli altri uomini; gli domanda soltanto di essere al di sopra di lei»7. — E reputa il Dumas efficace preservativo in molti casi contro le infrazioni della fedeltà della moglie, l'amministrarle alla prima infrazione eia correzione richiesta dalla sua origine di selvaggia o di saltim-

  1. Ib., p. 66, 68.
  2. Ib., p. 33, 34, 37.
  3. Ib., p. 22, 41, 43.
  4. Ib., p. 69.
  5. Ib., p. 71.
  6. Ib., p. 13.
  7. Ib., p. 45.