Pagina:Della condizione giuridica della donna.djvu/234

Da Wikisource.
228 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

Tasso ce ne porge solenne riprova in quel suo infelicissimo discorso della virtù femminile e donnesca, dove, rispondendo alla domanda: «qual ordine di virtù sia più proprio della donna, quale dell'uomo», e mirando «a più universalmente insegnare che da Aristotele non è insegnato,» quell'acutissimo ingegno si viene avvolgendo in minuziose distinzioni scolastiche, da cui non sa poi ritrarre che idee monche e slegate, e conclusioni assai meno favorevoli alle donne, di quello che fosse il suo proposito e la sua medesima aspettazione. Per lui alla donna meno si convengono le virtù riposte «nella parte intellettuale», quali sono la speculazione, la prudenza, la giustizia, la clemenza, la equità; meglio le si convengono le virtù connesse colla «parte irascibile, che ha per oggetto il bene», una delle due parti in cui si distingue la «parte affettuosa», essendo l'altra «la parte o potenza concupiscibile», la quale ultima è a suo credere «veramente propriissima» della donna, ed è sorgente delle femminili virtù della temperanza e della pudicizia1. In altri termini, la donna reietta dalla sfera intellettuale, non è capace nella stessa sfera affettuosa che di virtù negative. Curiosa conchiusione di uno scrittore intorno «alla virtù femminile e donnesca»; Tanta era la forza del preconcetto circa la distinzione e la gerarchia delle virtù, da fargli parer buono e vero ciò che in realtà ripugnava al suo originario proponimento. Non rimase però tranquillo il Tasso in siffatta conchiusione, ma non sapendo come sostanzialmente modificarla, si appigliò al pessimo e volgarissimo partito di creare una categoria di donne eccezionali, da lui dette donne eroiche, la cui virtù piuttosto donnesca si debbo chiamare che femminile, e può agguagliare appieno le virtù virili, delle quali parvegli modello la duchessa di Montoro, a cui dedicò il

    che ognuno può contare i denti propri e gli altrui, mentre le statistiche non si possono fare che con dati ufficiali.

  1. L. c., p. 191.