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DELLE DONNE 229

suo scritto1. Fra le altre prerogative di quelle donne vi ha quella di potersi esimere dalla pudicizia, cui sono astrette le altre: di poter commettere alcun atto di impudicizia, senza esser dette infami, di poter essere incontinenti senza essere riputate viziose2. In poche parole, il Tasso, dopo avere negato la maggior parte delle virtù alla comune delle donne, finì per riporre l'ideale della perfezione femminile nelle dame di corte del suo tempo; offendendo così la morale non meno della logica, e scrivendo una delle più brutte pagine non solo della propria vita letteraria, ma del secolo corrottissimo a cui egli apparteneva34.

Dopo le molte discussioni accademiche seguite in Italia, dal secolo XVI alla metà del secolo XVII, intorno al valore e

  1. Ib., 192.
  2. Ib., p. 194.
  3. Dall'opera del Dardano non presi citazioni dianzi, come da altre, perchè in realtà essa per la sua indole vi si presta poco. È nella prima parte l'elogio di celebri donne dell’antichità greca e romana, e del martirologio cristiano, elogio racchiuso in nove canti. Nella seconda parte è la difesa delle donne di peggior fama nella storia antica greca e romana, per parte di Ortensia Romana, davanti a un tribunale immaginario, composto di Traiano imperatore, Zalenco e Caronda.
  4. Contemporaneamente alle scritture in lode e difesa delle donne, furono numerose in Italia nei secoli XVI e XVII le opere biografiche, come già notai più sopra (p. 58, nota 4). Oltre agli ivi accennati imitatori e continuatori dell'esempio del Boccaccio, voglionsi rammentare il Morigi e il Serdonati, che ampliarono l'enumerazione del Betussi, come questi aveva fatto dal canto suo col Boccaccio; — il frate Filippo da Bergamo agostiniano che pubblicò nel 1518 un volume latino sulle donne illustri; — il Capaccio e il Domenichi, già citati sopra; — Carlo Pinto, — il vescovo Giacomo Filippo Tomassini, — il canonico Bernardino Scardeoni, encomiatore delle illustri padovane, — il Razzi nelle Vite delle donne illustri per santità (Firenze 1577, vol. VI), — Nicolò Lorini negli Elogi delle più principali donne, — Petruccio Ubaldini nelle Vite delle donne illustri d'Inghilterra e di Scozia, — Lucrezio Beccanuvoli bolognese, autore di Tutte le donne vicentine, maritate, vedove e donzelle (1539), — Gio. Landi, autore di una Vita di Cleopatra (Venezia 1551), — Muzio Manfredi, Cento donne cantate dall'autore (Parma 1580), — Giambattista Ciotti, autore di un Ragionamento della grandezza delle donne dei nostri tempi (Venezia 1602), poverissimo scrittarello di poche pagine, in cui si nominano soltanto poche donne illustri del tempo, fra le quali Vittoria Colonna e Veronica Gambara, e a loro si unisce un'Angiola, comica milanese; — Francesco Agostino Della Chiesa, vescovo di Mondovi, Teatro delle