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DELLE DONNE 249


Che, in particolare, alle donne italiane dovesse spettare una diretta e larga parte nel rinnovamento della nazione, fu sentito ben presto nel secolo presente, prima assai che, ad esempio di altre nazioni, le menti degli Italiani si volgessero alla così detta quistione sociale, «di cui la quistione femminile» non è che una parte. Dal primo risveglio del sentimento nazionale, dai primi tentativi di indipendenza italiana nel primo quarto di questo secolo, risveglio e tentativi cui le donne parteciparono non

    duchessa Di Abrantes, continuate per cura di letterati italiani (Milano, Stella, 1837); le Vite e ritratti delle donne celebri di ogni paese (Milano, Ubicini, 1839); le Poesie e prose scelte di donne italiane del secolo XIX, pubblicate da G. Vedova (Milano, Pirotta, 1836); le Poesie di rimatrici viventi (Venezia 1832); le Lettere di donne italiane del secolo XVI, raccolte e pubblicate da B. Gamba (Venezia 1832); il Calendario delle donne illustri, di Amalia Amari; il Pantheon pittoresco, biografie di uomini e di donne illustri di tutte le nazioni, dai tempi più antichi ai presenti, pubblicato da Ignazio Cantù (Milano, Borroni e Scotti, 1850), e del medesimo: Il libro d'oro delle illustri giovanetti italiane (Milano, Vallardi, 1852); Le donne illustri d'Italia, di Agostino Verona (Milano 1864); l'Antologia femminile italiana (Torino 1840), nella quale collezione sono notevoli fra le altre una memoria di Anna Pepoli Sampieri (an. I, 1840): «in ogni età le donne italiane hanno coltivato le arti e le scienze»; il Florilegio femminile, di Emanuele Rossi (Genova 1840-41), ed ivi fra gli altri scritti quello di Isabella Gabardi Rossi: Le donne fiorentine, senesi, pisane ed aretine (vol. II e III). La stessa scrisse una Lettera in difesa delle donne italiane al signor Pietro Contrucci (Museo scient., lett. ed art., Torino 1840-41). — Né mancarono le biografie di singole individualità femminili. Oltre alla Vita di Vittoria Colonna, della Teotochi Albrizzi (v. sopra, p. 245, nota 8); voglionsi ricordare la Vita di Maria Luisa Cicci, di Ginevra Canonici Fachini (Floril. femm., vol. VIII); la Vita di Elisabetta Fry, di Caterina Franceschi Ferrucci (Bologna 1835), e quella di Laura Bassi Veratti, della stessa autrice (Milano 1838); il Serto femminile in morte di Diodata Saluzzo Boero di Rovello (Torino, Baglioni, 1840); l'Elogio di Teresa Pelli Fibromi di Giovanni Rosini (Pisa 1813); e ultimamente Le Madri di uomini celebri, di A. Anserini (Torino 1877), l'Erminia Fuà Fusinato, di L. Molmenti (Milano 1877), Le donne italiane nelle belle arti al secolo XV e XVI, di Marco Minghetti (Nuova Antologia, 1877, vol. V, p. 5, 308).
    Intorno alla educazione fisica delle donne veggasi la Callistenia o Ginnastica per le giovani (dal francese, Milano 1829), e Salute e bellezza, precetti di igiene femminile, di A. Vespucci (Genova 1873). Altre pur notevoli pubblicazioni uscirono in Italia in questo secolo, che non si possono ridurre a determinate categorie, ma appartengono alle così dette varietà sul tema delle donne, oppure hanno un titolo molto vago, a cui tengono dietro parziali osservazioni. Rammenterò fra i