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DELLE DONNE 257

nuovo indirizzo che or si vorrebbe dare da molti e da molte, più ancora agli animi che alle menti delle italiane, debba rendere ancor più difficile in avvenire il rinnovarsi dell'esempio dato da una donna animata da ben altri principii e da ben altre aspirazioni1.

Le opere principali della signora Ferrucci versano intorno alla educazione morale ed intellettuale delle donne italiane2, e trattano propriamente del miglior modo di educare la gioventù, ufficio che ella reputa proprio specialmente delle donne, anche se non lo possono esercitare a beneficio dei loro figli3. Nel tracciare e giustificare i precetti di una buona educazione, sia morale, sia intellettuale, la Ferrucci dà prova di lunghe e profonde meditazioni intorno alla natura umana, di aver fatti propri i più sicuri insegnamenti della filosofia, in guisa da destare invidia nel maggior numero degli uomini per la elevatezza dei ragionamenti, non disgiunta mai da solidità e da chiarezza, ne rade volte accompagnata a vedute originali e sapientissime. Trattando però del modo in cui le donne italiane dovrebbero educare i figli e specialmente le figlie, l'autrice ebbe frequenti occasioni di dichiarare il suo sentimento anche intorno ai più fondamentali problemi concernenti la natura e la missione sociale delle donne.

E questo anche per la Ferrucci un gravissimo argomento. Imperocché ella è d’avviso che, mentre gli uomini sono in generale quali li fanno le donne4, queste furono tenute finora in istato di obbiezione, e ciò non tanto per colpa propria, quanto per l'altrui trascuranza e malizia, che ne isterilì l'ingegno e ne sollevò la vanità5. Si educhino le donne a dovere, e poi

  1. Veggasi in proposito una lettera della Ferrucci al signor Mariano Paladini, inserita nella Gazzetta d'Italia del 19 giugno 1877.
  2. V. sopra p. 245, nota 11.
  3. V. Educazione intellettuale, p. 22; Educazione morale, p. 151.
  4. Educ. intell., p. 21.
  5. Ib., p. 122. Educ. mor., p. 285.
Gabba — 17