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268 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

e per ragione, schiava della morale, amante della patria, anima della famiglia, sollievo della natura»1; e biasima fino all'esagerazione l'attuale educazione della donna italiana, che a sua detta ne svigorisce l'animo e ne impicciolisce la mente2. Propone una riforma educativa che renda la donna degna della sua missione, capace di educare convenientemente i figli, di istruire il popolo, di amare e di giovare alla patria, di rendersi benemerita dell'umanità, per acquistarsi la stima degli uomini3. — Anche la signora Malvina Frank, la quale, al pari della Mozzoni, tratta nelle sue opere principalmente dei diritti delle donne, proclama ad ogni tratto con tanto calore la missione famigliare della donna come principalissima, da non potersi dubitare che questa sia veramente una profonda convinzione del suo animo, quando anche altri non riuscisse a scoprire che essa formi veramente il pernio e il moderatore costante delle dottrine dell'autrice intorno ai diritti e alla condizione sociale del sesso femminile. Per lei pure le attitudini intellettuali dei due sessi sono differenti, e non potranno mai dare gli stessi prodotti4, ed anzi ella non si perita di dire che tanto meglio l'uomo e la donna vivono associati, quanto superiore è quello a questa in tutte le facoltà5.

Per lei pure missione propria della donna è quella di educatrice del genere umano, di conciliatrice delle tante divisioni e inimicizie, da cui è turbata la società6; ma a

  1. Ib., pref. p. XXVI.
  2. Ib., p. 110, 147, 224, 225. Troppo dire mi sembra: «che l'educazione che si dà alla donna tende ad allevare una schiava, ad annichilirla, ad insegnarle la tolleranza del dispotismo, e soffocare in lei ogni sentimenti che non entri nella cerchia degli interessi di chi la signoreggia» (Ib., p. 112).
  3. Ib., p. 107, 116, 134, 135, 139.
  4. Moglie e mariti (v. sopra, p. 247, nota 6), p. 492, 502, 504. — Veramente ella dice il contrario a p. 495, 508-509.
  5. Le fidanzate (v. sopra p. 247), p. 97.
  6. Mogli e mariti, p. 449 e seg.; Le fidanzate, p. 25.