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270 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

quando non vien meno all'onore e all'onestà, sia essa artista, o scrittrice, o madre di famiglia, od occupi impieghi pubblici o privati», altrove però afferma essere la donna, prima d'ogni altra cosa, destinata alla famiglia e alla educazione dei figli1, e la sua emancipazione consistere nel liberarsi dai pregiudizi2, in una migliore istruzione3, in una profonda e illuminata religiosità4, nel sentimento dell'amor di patria5, in una miglior educazione morale, intesa a svolgere in lei la costanza, la fermezza, l'energia, la modestia, la rassegnazione, la prudenza, l’amicizia, l’amore e l’abitudine del lavoro6, e quest'ultima specialmente, la quale sradicherà dalle donne la falsa opinione che il matrimonio sia il solo mezzo di assicurare il loro avvenire, pregiudizio che è cagione di tanti connubi di così detta convenienza, in cui manca affatto l'amore, e quindi la disposizione ai sagrifici ed alla abnegazione7. — L'avvocato Mazzoleni, autore di un pregevole e lodato libro sulla famiglia8, nel quale la condizione della donna è considerata di preferenza dal lato giuridico, subordina sinceramente i suoi studi e le sue proposte alla missione famigliare del sesso femminile, toccatale di preferenza in virtù della «speciale sua costituzione fisiologica, e delle speciali sue

  1. Ib., p. 55, 91.
  2. Ib., p. 99, 147.
  3. Ib., p. 65-66, non nei conventi, ma per opera di maestri sotto gli occhi della madre.
  4. Cioè secondo l'autrice le fanciulle italiane devono abituarsi a riguardare «Iddio principio e fine di ogni opera umana, ad essere religiose secondo loro detta il cuore, a liberarsi dai pregiudizi chiesastici» (Ib., p. 43, 45).
  5. Ib., p. 46 e seg.
  6. Ib., p. 111, 119, 124, 130, 138, 139, 146, 167. Bella è l'osservazione dell'autrice che la tanto censurata loquacità delle donne è un frutto della imprudenza e del poco uso del raziocinio, difetto quindi da potersi riparare con una migliore educazione (Ib., p. 130).
  7. Ib., p. 161.
  8. La famiglia nei rapporti coll'individuo e colla società, per l'avv. A. Mazzoleni (Milano 1870).